Riceviamo e trasmettiamo dall'Amministrazione di Roseto degli Abruzzi il documento sottoscritto da tutti i Consiglieri Comunali sulla sanità in Abruzzo.
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Città di Roseto degli Abruzzi
DOCUMENTO CONSILIARE SULLA SANITA’ IN PROVINCIA DI TERAMO
L’obiettivo del PSR è (e non potrebbe essere altro) quello di creare un Sistema Sanitario Regionale in grado di rispondere ai bisogni di salute della popolazione, piuttosto che al “particulare” e alle impellenze della politica locale e dei “campanili”.
Il PSR nasce dalle linee guida stabilite nel Piano Sanitario Nazionale, quindi ad un livello alto di responsabilità. E’ ispirato infatti dalle contingenze finanziarie, dalla determinazione dei Livelli Essenziali di Assistenza e da parametri molto rigidi sulla distribuzione dei posti letto ospedalieri nel territorio.
Non è quindi sull’impianto generale del Piano che si può influire. Si deve invece fare in modo che gli svantaggi, derivanti dal riordino della rete ospedaliera e delle strutture territoriali del Sistema Sanitario Regionale, siano equamente ripartiti e che vengano controbilanciati dalla dislocazione armonica ed organica di servizi, che abbiano come unico scopo la soddisfazione dei bisogni di salute, piuttosto che l’orgoglio di campanile o di partito.
Scendendo al livello provinciale, è ormai fin troppo chiaro che le dimensioni e la popolazione della Provincia di Teramo e le risorse disponibili non sono tali da giustificare la sopravvivenza di tutti i reparti e di tutte le specialità in ognuno dei quattro ospedali della nostra ASL.
Anzi bisogna prepararsi alla eventualità che la stessa sopravvivenza dei quattro ospedali non sia di per se stessa garantita. La soluzione ottimale nel riordino della rete ospedaliera provinciale dovrebbe garantire la creazione di due grandi strutture ospedaliere con funzione di policlinico, con tutte le specialità e con strutture diagnostiche avanzate:
Un altro capitolo relativamente al quale questo Consiglio Comunale sente l’obbligo di esprimere una posizione forte è quello della ripartizione delle risorse e della dislocazione, nel territorio della Regione, dei centri di eccellenza. Le risorse finanziarie vanno ripartite in modo equo e proporzionale tra le
quattro Province abruzzesi.
I fondi dedicati all’edilizia ospedaliera e alla innovazione tecnologica devono essere attribuiti alle ASL secondo un equo criterio proporzionale. I Centri di eccellenza ospedalieri, in ambito regionale, quelli presenti e quelli eventualmente previsti in futuro, vanno dislocati in maniera equa e solidale. Occorre infine ricordare che la Provincia di Teramo non ha strutture ospedaliere private convenzionate, e quindi è la meno responsabile del disastro finanziario che ha portato al commissariamento della sanità regionale. Inoltre non ci sono cliniche universitarie, che sono notoriamente naturali centri di attrazione per la localizzazione di centri di eccellenza e per la dotazione di risorse finanziarie smisurate.
Non è accettabile per noi, che questi aspetti vengano costantemente ignorati, quando si prendono le decisioni relative alle attribuzioni di fondi e agli investimenti in ambito sanitario, e che la nostra ASL venga tagliata fuori, come nel passato, quando queste scelte vengono fatte. E meno che mai è accettabile che gli investimenti nell’eccellenza sanitaria privilegino sempre e comunque i centri universitari, relegando la ASL e la Provincia di Teramo al ruolo di Cenerentola della sanità abruzzese.
DOCUMENTO CONSILIARE SULLA SANITA’ IN PROVINCIA DI TERAMO
L’obiettivo del PSR è (e non potrebbe essere altro) quello di creare un Sistema Sanitario Regionale in grado di rispondere ai bisogni di salute della popolazione, piuttosto che al “particulare” e alle impellenze della politica locale e dei “campanili”.
Il PSR nasce dalle linee guida stabilite nel Piano Sanitario Nazionale, quindi ad un livello alto di responsabilità. E’ ispirato infatti dalle contingenze finanziarie, dalla determinazione dei Livelli Essenziali di Assistenza e da parametri molto rigidi sulla distribuzione dei posti letto ospedalieri nel territorio.
Non è quindi sull’impianto generale del Piano che si può influire. Si deve invece fare in modo che gli svantaggi, derivanti dal riordino della rete ospedaliera e delle strutture territoriali del Sistema Sanitario Regionale, siano equamente ripartiti e che vengano controbilanciati dalla dislocazione armonica ed organica di servizi, che abbiano come unico scopo la soddisfazione dei bisogni di salute, piuttosto che l’orgoglio di campanile o di partito.
Scendendo al livello provinciale, è ormai fin troppo chiaro che le dimensioni e la popolazione della Provincia di Teramo e le risorse disponibili non sono tali da giustificare la sopravvivenza di tutti i reparti e di tutte le specialità in ognuno dei quattro ospedali della nostra ASL.
Anzi bisogna prepararsi alla eventualità che la stessa sopravvivenza dei quattro ospedali non sia di per se stessa garantita. La soluzione ottimale nel riordino della rete ospedaliera provinciale dovrebbe garantire la creazione di due grandi strutture ospedaliere con funzione di policlinico, con tutte le specialità e con strutture diagnostiche avanzate:
- una per l’interno della Provincia, verosimilmente localizzata a Teramo, al servizio del capoluogo e delle aree interne:
- una seconda localizzata a ridosso della costa, in una zona di facile accessibilità, nella bassa vallata del Tordino o, perché no, nella vallata del Vomano, al servizio di quella che è a tutti gli effetti un’area metropolitana che ospita gran parte della popolazione della Provincia e che, durante il periodo estivo triplica la popolazione residente.
- I. La capacità di dare una risposta, nell’ambito dell’offerta
- II. pubblica, alla richiesta di prestazioni riabilitative, che è molto alta, è in continua crescita e costituisce una delle voci più importanti della mobilità passiva della nostra ASL; Il coinvolgimento della medicina del territorio nella gestione di
- III. strutture diagnostiche di base, coordinate dal distretto e organizzate come UTAP, poliambulatori, ecc. Non c’è dubbio che una tale ristrutturazione, troverà grandi resistenze nei comitati civici in difesa degli ospedali, negli amministratori locali, nei “campanili”. Ma è necessario stabilire in maniera non equivocabile che ognuno di questi soggetti ha particolarmente a cuore soltanto le esigenze locali di una paese, di una città o al massimo di un comprensorio assai limitato geograficamente.
- a) di definire degli obiettivi da raggiungere in tempi rapidi (ad esempio omogeneità e capillarità del servizio);
- b) di stabilire dei criteri di valutazione dei risultati raggiunti nel perseguire gli obiettivi (ad esempio riduzione delle liste di attesa e riduzione della mobilità passiva);
- c) di scegliere degli interlocutori locali autorevoli (ad esempio i Sindaci e le Amministrazioni Comunali) in grado di farsi garanti presso le popolazioni locali, del rispetto degli impegni presi.
Un altro capitolo relativamente al quale questo Consiglio Comunale sente l’obbligo di esprimere una posizione forte è quello della ripartizione delle risorse e della dislocazione, nel territorio della Regione, dei centri di eccellenza. Le risorse finanziarie vanno ripartite in modo equo e proporzionale tra le
quattro Province abruzzesi.
I fondi dedicati all’edilizia ospedaliera e alla innovazione tecnologica devono essere attribuiti alle ASL secondo un equo criterio proporzionale. I Centri di eccellenza ospedalieri, in ambito regionale, quelli presenti e quelli eventualmente previsti in futuro, vanno dislocati in maniera equa e solidale. Occorre infine ricordare che la Provincia di Teramo non ha strutture ospedaliere private convenzionate, e quindi è la meno responsabile del disastro finanziario che ha portato al commissariamento della sanità regionale. Inoltre non ci sono cliniche universitarie, che sono notoriamente naturali centri di attrazione per la localizzazione di centri di eccellenza e per la dotazione di risorse finanziarie smisurate.
Non è accettabile per noi, che questi aspetti vengano costantemente ignorati, quando si prendono le decisioni relative alle attribuzioni di fondi e agli investimenti in ambito sanitario, e che la nostra ASL venga tagliata fuori, come nel passato, quando queste scelte vengono fatte. E meno che mai è accettabile che gli investimenti nell’eccellenza sanitaria privilegino sempre e comunque i centri universitari, relegando la ASL e la Provincia di Teramo al ruolo di Cenerentola della sanità abruzzese.
Roseto degli Abruzzi, 16 marzo 2009
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