
Dopo la prima introduzione e le sollecitazioni di Vannucci, Norante, Marini, Avolio e Braca che chiedevano le ragioni della crisi e soprattutto che il Partito Democratico non si sottraesse al dialogo ed al confronto giunge quasi liberatoria la figura del Consigliere Anziano Rega nel porre le giuste condizioni e di fatto in un secondo momento apre alla discussione. Nella prima fase il Capogruppo Tacchetti (PD) ha chiesto la surroga (far entrare i due nuovi Consiglieri) prima del dibattimento, ma dopo alcuni passaggi di Vannucci e Norante che chiedevano a gran voce che Achille Frezza giustificasse la sua uscita di scena come Presidente c'è la richiesta di Rega di una sospensione. Riprende il dibattito (ore 18:25) ed il Sindaco si esprime con una comunicazione, dove ripercorre tutte le tappe che lo hanno condotto a dare le dimissioni per la candidatura in un primo momento e poi decidere di ritornare su i suoi passi in seguito, rimanendo colpito dalla durezza delle dichiarazioni del PSI nei suoi confronti, pertanto giungere al ritiro delle deleghe. A questo punto vengono riproposte surroghe, ma Braca chiede che si inizi il dibattito “prima” e così è stato. Da questo momento in poi scorre un fiume in piena, ma già e tarda sera.
A parlare per primo Avolio (Sinistra Rosetana), che indica nelle scelte autoritarie del Partito Democratico la massima responsabilità della rottura, soprattutto nella mancata approvazione del registro delle unioni civili, del bilancio partecipato e della mancata discussione di molte mozioni. Seguita poi Gianfranco Marini (PSI) quasi come uno tsunami, ripercorre dall'inizio la storia del PSI a Roseto degli Abruzzi dimostrando come spesso a farne le spese sono stati sempre e solo i Socialisti, anche quando in questi giorni con l'intento di una verifica del programma si sarebbe voluto mettere riparo ad una politica “dissennata” portata avanti dal PD, dove molte scelte erano imposte agli assessori Socialisti, chiama in causa tutti gli strumenti non discussi (Piano Spaggia, PRG etc.) rivendicando a questo punto una autonomia di pensiero finora resa vana dall'alleanza a cui sono stati leali fino ad oggi. Il silenzio in aula era disarmante ed in questo frangente si fa avanti Di Marco Dante (AN) che pone l'accento sul PAN dove la supremazia del monocolore farà scempio di risorse con un aumento di edificabilità spropositato, appoggiando idealmente le motivazioni di Marini. Non manca Norante (FI) che evidenzia come il centrosinistra oggi è ridotto a “monocolore” all'interno del Consiglio, concentrando il potere nelle mani del Vicesindaco Ginoble attraverso le molte deleghe tra cui il bilancio, dimostrando così tutta la sua prepotenza nei confronti degli alleati. Ma a svelare l'arcano si fa portavoce Ezio Vannucci. Nel suo intervento ripercorre le fasi del “tranello” che ha fatto cadere nella trappola dorata il Sindaco Di Bonaventura ordita a suo dire dall'On. Ginoble, che a Roseto è anche Segretario del PD. Il motivo che avrebbe scatenato la rottura a giudizio di Ezio Vannucci sarebbero da imputare alla “lesa Maestà ” di chì, dietro le quinte, manovra l'Amministrazione di Roseto. Accuse forti, ma ribadite più volte di fronte ad un folto pubblico. Il tranello che avrebbe tratto in inganno il Sindaco, che in un primo momento credeva di essere appoggiato nella candidatura, ma che poi ad arte è stato abbandonato a se stesso facendo consumare la rottura con il PSI che lo ha sempre difeso, un PD che avrebbe dovuto appoggiare prima Di Bonaventura e poi Sottanelli in realtà appoggerà molto probabilmente Di Luca. Il PSI che non è stato neppure informato delle scelte del Sindaco avrebbe appreso solo a mezzo stampa della candidatura. Infine Braca che richiama i componenti del PD che in sala si comporterebbero a suo dire come le “papere mute” devono invece rispondere di questi passaggi e della politica dispendiosa e distruttiva che conduce i cittadini al continuo impoverimento. Simone Tacchetti (PD) cerca di risollevare le sorti del dialogo, ma non riesce a contenere la piena travolgente della minoranza.
Terminato il dibattito a tarda notte vengono fatte le surroghe dei due nuovi consiglieri Cappucci (IDV) e Santarelli (PD) e di seguito la nomina del Presidente. Quest'ultimo proposto dal PD (Domenico Rega) è stato poi eletto nonostante la contestazione per il fatto che anch'esso appartiene al PD e non viene dato spazio alla minoranza, comunque sia è stato applaudito per la conduzione moderata e democratica della discussione. Non bastano queste poche parole a descrivere l'intero Consiglio, che per quanto lungo non ha trattato neppure un punto al di fuori delle surroghe e della nomina del presidente (ore 2:10 circa). Sarà , si spera, per il 29 settembre 2008 ma tutto lascia intendere che per il PD non sarà più nulla come prima.
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