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...“È possibile salvare la Teleco”, ci dice l’On. Ginoble mediante la stampa locale. L’annuncio non può che farci piacere, perché la Teleco fa parte della storia di Roseto e dà (meglio: dava) sostentamento a centinaia di famiglie.
Perciò siamo contenti, se è vero che il Giudice fallimentare ha rivisto la decisione assunta qualche mese fa, quando negò alla ditta che si era aggiudicato i macchinari della Teleco la ripresa della produzione nei locali della nostra città ; ci piacerebbe, però, sapere anche quali sono state le ragioni che hanno indotto il Giudice a cambiare parere; dal Comunicato dell’On. Ginoble, sembra,. Infatti, che ci sia stato un capovolgimento (meno male!) della vecchia decisione.
Se c’è stata, è in ogni caso una soluzione positiva per diversi motivi. Innanzitutto ci sarebbe il reimpiego dei lavoratori che vivono l’angoscia di un futuro estremamente incerto anche per la crisi generale che attraversiamo. In secondo luogo si supererebbe il rischio che i macchinari della Teleco finiscano nei locali della ex Zucchi. Da ultimo, ma non per importanza, permarrebbe l’attuale destinazione urbanistica delle aree produttive sulle quali insistono i capannoni.
Se fosse avvenuta o se dovesse verificarsi la delocalizzazione della produzione in altro Comune o in altra zona, saremmo all’anticamera del mutamento di destinazione urbanistica delle suddette aree. Come si spiegherebbe, direbbero, il persistere della destinazione produttiva per aree nelle quali nulla più si produce?
È ciò che si è verificato per un’area sulla quale insisteva un altro opificio: la ex Primavera.
È vero che c’è un impegno dell’Amministrazione Comunale a non mutare destinazione urbanistica per le aree Teleco, ma ricordiamo che lo stesso impegno era stato espresso e codificato anni fa, sempre dal Consiglio Comunale, per quell’altra area che oggi produttiva non è più.
Un appunto, comunque, devo fare all’On. Ginoble: possibile che le forze politiche della Città (ad eccezione del PD, la cui segretaria ha emesso il Comunicato stampa e pertanto doveva essere informata dell’incontro e dei risultati) debbano conoscere dai giornali l’iniziativa del parlamentare rosetano, così come dalla stampa hanno appreso che giorni fa c’è stato un altro momento di confronto, sempre sulla Teleco, tra i Sindacati, la RSU, il Sindaco do Roseto, quello di Pineto e qualche altra personalità ?
Si può anche scegliere di percorrere la strada del tavolo ristretto, purché poi non si suoni la tromba per chiamare a raccolta attorno a sé “le istituzioni che hanno il dovere di intervenire”: i rappresentanti delle Istituzioni hanno sì il dovere di intervenire, ma anche il diritto di sapere per poi condividere, criticare e proporre iniziative diverse.
Noi non abbiamo mai negato il nostro apporto alla soluzione dei problemi della città ; a maggior ragione non lo negheremmo se si tratta di sostenere lavoratori sulla cui pelle molti hanno giocato; ma non saremo mai comparse plaudenti. Ci dispiace per Tommaso, ma siamo come San Tommaso: vogliamo toccare col dito, prima di attribuire l’aureola.
Perciò siamo contenti, se è vero che il Giudice fallimentare ha rivisto la decisione assunta qualche mese fa, quando negò alla ditta che si era aggiudicato i macchinari della Teleco la ripresa della produzione nei locali della nostra città ; ci piacerebbe, però, sapere anche quali sono state le ragioni che hanno indotto il Giudice a cambiare parere; dal Comunicato dell’On. Ginoble, sembra,. Infatti, che ci sia stato un capovolgimento (meno male!) della vecchia decisione.
Se c’è stata, è in ogni caso una soluzione positiva per diversi motivi. Innanzitutto ci sarebbe il reimpiego dei lavoratori che vivono l’angoscia di un futuro estremamente incerto anche per la crisi generale che attraversiamo. In secondo luogo si supererebbe il rischio che i macchinari della Teleco finiscano nei locali della ex Zucchi. Da ultimo, ma non per importanza, permarrebbe l’attuale destinazione urbanistica delle aree produttive sulle quali insistono i capannoni.
Se fosse avvenuta o se dovesse verificarsi la delocalizzazione della produzione in altro Comune o in altra zona, saremmo all’anticamera del mutamento di destinazione urbanistica delle suddette aree. Come si spiegherebbe, direbbero, il persistere della destinazione produttiva per aree nelle quali nulla più si produce?
È ciò che si è verificato per un’area sulla quale insisteva un altro opificio: la ex Primavera.
È vero che c’è un impegno dell’Amministrazione Comunale a non mutare destinazione urbanistica per le aree Teleco, ma ricordiamo che lo stesso impegno era stato espresso e codificato anni fa, sempre dal Consiglio Comunale, per quell’altra area che oggi produttiva non è più.
Un appunto, comunque, devo fare all’On. Ginoble: possibile che le forze politiche della Città (ad eccezione del PD, la cui segretaria ha emesso il Comunicato stampa e pertanto doveva essere informata dell’incontro e dei risultati) debbano conoscere dai giornali l’iniziativa del parlamentare rosetano, così come dalla stampa hanno appreso che giorni fa c’è stato un altro momento di confronto, sempre sulla Teleco, tra i Sindacati, la RSU, il Sindaco do Roseto, quello di Pineto e qualche altra personalità ?
Si può anche scegliere di percorrere la strada del tavolo ristretto, purché poi non si suoni la tromba per chiamare a raccolta attorno a sé “le istituzioni che hanno il dovere di intervenire”: i rappresentanti delle Istituzioni hanno sì il dovere di intervenire, ma anche il diritto di sapere per poi condividere, criticare e proporre iniziative diverse.
Noi non abbiamo mai negato il nostro apporto alla soluzione dei problemi della città ; a maggior ragione non lo negheremmo se si tratta di sostenere lavoratori sulla cui pelle molti hanno giocato; ma non saremo mai comparse plaudenti. Ci dispiace per Tommaso, ma siamo come San Tommaso: vogliamo toccare col dito, prima di attribuire l’aureola.
Roseto degli Abruzzi, 05/02/2009
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