Scoperte inquietanti” lungo le sponde del Fiume Tordino: dichiarazione di Pio Rapagnà
“La piena che nei giorni dell'alluvione ha interessato il fiume Tordino ha “riportato alla luce” una vera e propria discarica di rifiuti solidi urbani, trascinando a valle una consistente quantità di tali rifiuti in avanzato stato di decomposizione. La discarica è “riemersa” in località Coste Lanciano, tra Piane Tordino di Cologna Spiaggia e Cologna Paese, nei pressi del laghetto di pesca sportiva, “nascosta” sotto un campo coltivato a spinaci.
La discarica, “riscoperta” dalla piena verificatasi nella notte tra lunedì e martedì 1 febbraio scorso, all'epoca regolarmente autorizzata dal Comune di Roseto e ad esso perfettamente conosciuta, era stata già oggetto di denuncia da parte di Cittadini e Comitati, in prima fila da Città per Vivere, a seguito di medesimo fenomeno alluvionale verificatosi circa 10 anni fa nella stessa zona la quale, però, era stata oggetto di un identico fenomeno erosivo nel mese di giugno 2009 e, proprio in seguito a quella “constatazione”, l’Amministrazione Comunale di Roseto aveva realizzato il sistema di sicurezza che, alla luce dei fatti, è risultato però, on più occasioni, completamente inadeguato.
Questa volta, di fronte alla evidenza della situazione, è stata la stessa Provincia di Teramo a fare sapere che le acque in piena avevano eroso un tratto della sponda destra del fiume Tordino, in zona contrada Filetto, tra Giulianova e Roseto, distruggendo il sistema di sicurezza che separava il corso d'acqua dalla vecchia discarica di Coste Lanciano di Roseto con un fronte di erosione della discarica pari a circa 300-400 metri.
Il fatto, di estrema gravità rispetto ai rischi per la salute pubblica e l'inquinamento delle acque del fiume, delle falde e del mare, è stato tempestivamente segnalato dalla Associazione di volontariato Falchi d’Abruzzo, che si occupa di sorveglianza area per conto della Protezione Civile, attraverso l’uso di paramotori, mentre la Provincia di Teramo ha provveduto a rilevare e certificare quanto accaduto, con reperti fotografici e televisivi, a cura della Polizia provinciale che ha allertato i due Comuni interessati, Roseto e Giulianova, la Capitaneria di porto, la Regione, l’Arta e la Prefettura, per gli interventi del caso.
Il Comitato Città per Vivere, in ripetute occasioni in anni passati e con comizi pubblici negli scorsi giorni ha sempre “ricordato” e denunciata la situazione “disastrosa e ad alto rischio” delle cosiddette vecchie discariche “chiuse” ma non messe in sicurezza, alcune delle quali realizzate addirittura sulle sponde del fiume Tordino, nelle cave di ghiaia del Fiume Vomano a stretto contatto con le sotto falde acquifere dei pozzi di prelevamento dell'acqua del Ruzzo oggi dismessi, a monte del Torrente Borsacchio, nei fossi di Contrada Frischia e in alcuni “calanchi fornaciari” a ridosso della fascia costiera tra Roseto e Cologna Spiaggia.
Purtroppo gli allarmi dei Cittadini, della Associazioni Venatorie, Ambientaliste e di Città per Vivere, non sono stati raccolti da chi doveva e così, oggi, alla emergenza rifiuti legata alla discarica del CIRSU, alla situazione debitoria dei Comuni consorziati e della SOGESA, pari a circa 3,5 milioni di euro, si aggiunge la “vendetta” dei rifiuti che “ritornano in campo”, insieme ad acqua e fango, frutto delle passate dissennate gestioni del territorio e dell'assetto idrogeologico da parte delle varie Amministrazioni Comunali di Roseto che si sono succedute, senza soluzione di continuità e di “filosofia”, negli ultimi 20 anni”.
La discarica, “riscoperta” dalla piena verificatasi nella notte tra lunedì e martedì 1 febbraio scorso, all'epoca regolarmente autorizzata dal Comune di Roseto e ad esso perfettamente conosciuta, era stata già oggetto di denuncia da parte di Cittadini e Comitati, in prima fila da Città per Vivere, a seguito di medesimo fenomeno alluvionale verificatosi circa 10 anni fa nella stessa zona la quale, però, era stata oggetto di un identico fenomeno erosivo nel mese di giugno 2009 e, proprio in seguito a quella “constatazione”, l’Amministrazione Comunale di Roseto aveva realizzato il sistema di sicurezza che, alla luce dei fatti, è risultato però, on più occasioni, completamente inadeguato.
Questa volta, di fronte alla evidenza della situazione, è stata la stessa Provincia di Teramo a fare sapere che le acque in piena avevano eroso un tratto della sponda destra del fiume Tordino, in zona contrada Filetto, tra Giulianova e Roseto, distruggendo il sistema di sicurezza che separava il corso d'acqua dalla vecchia discarica di Coste Lanciano di Roseto con un fronte di erosione della discarica pari a circa 300-400 metri.
Il fatto, di estrema gravità rispetto ai rischi per la salute pubblica e l'inquinamento delle acque del fiume, delle falde e del mare, è stato tempestivamente segnalato dalla Associazione di volontariato Falchi d’Abruzzo, che si occupa di sorveglianza area per conto della Protezione Civile, attraverso l’uso di paramotori, mentre la Provincia di Teramo ha provveduto a rilevare e certificare quanto accaduto, con reperti fotografici e televisivi, a cura della Polizia provinciale che ha allertato i due Comuni interessati, Roseto e Giulianova, la Capitaneria di porto, la Regione, l’Arta e la Prefettura, per gli interventi del caso.
Il Comitato Città per Vivere, in ripetute occasioni in anni passati e con comizi pubblici negli scorsi giorni ha sempre “ricordato” e denunciata la situazione “disastrosa e ad alto rischio” delle cosiddette vecchie discariche “chiuse” ma non messe in sicurezza, alcune delle quali realizzate addirittura sulle sponde del fiume Tordino, nelle cave di ghiaia del Fiume Vomano a stretto contatto con le sotto falde acquifere dei pozzi di prelevamento dell'acqua del Ruzzo oggi dismessi, a monte del Torrente Borsacchio, nei fossi di Contrada Frischia e in alcuni “calanchi fornaciari” a ridosso della fascia costiera tra Roseto e Cologna Spiaggia.
Purtroppo gli allarmi dei Cittadini, della Associazioni Venatorie, Ambientaliste e di Città per Vivere, non sono stati raccolti da chi doveva e così, oggi, alla emergenza rifiuti legata alla discarica del CIRSU, alla situazione debitoria dei Comuni consorziati e della SOGESA, pari a circa 3,5 milioni di euro, si aggiunge la “vendetta” dei rifiuti che “ritornano in campo”, insieme ad acqua e fango, frutto delle passate dissennate gestioni del territorio e dell'assetto idrogeologico da parte delle varie Amministrazioni Comunali di Roseto che si sono succedute, senza soluzione di continuità e di “filosofia”, negli ultimi 20 anni”.
Roseto lì, 09 Marzo 2011
Riceviamo e trasmettiamo dall'On. Pio Rapagna
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