Lettera aperta al Sindaco di Roseto degli Abruzzi
Carissimo Sindaco Di Bonaventura, le manifestazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che hai voluto promuovere, mi offrono l’occasione per scriverti al riguardo.
Sicuramente i vari oratori parleranno del senatore Giuseppe Devincenzi, nato a Notaresco nel 1814, che operò unitamente a Silvio Spaventa, Camillo Benso conte di Cavour e Marco Minghetti. Deputato del Parlamento napoletano nel 1848, fu condannato dalla Corte Criminale a 24 anni di ferri duri e andò esule in Francia ed Inghilterra, nel 1860 accompagnò il re Vittorio Emanuele II all’incontro di Teano con Giuseppe Garibaldi, più volte Ministro del Regno d’Italia nel periodo 1867-1873, organizzò nel 1871 il trasferimento dello Stato Sabaudo da Firenze a Roma, ..................
Ci saranno scroscianti applausi e riconoscimenti verbali mentre, grazie alla tua Amministrazione, il Senatore continuerà a rivoltarsi nella tomba perché il suo stupendo Parco a Mare, ridenominato Mazzarosa, anziché diventare Monumento naturale, è stato devastato dalla Consorteria degli Affari, tuttora sotto processo per reati di abusi edilizi, falso ideologico e quant’altro.
Sei anche responsabile di aver commissionato, pur trovandoti in conflitto d’interesse, il Piano di Assetto Naturalistico che è costato alla comunità 230.000 euro. E che prevede una lottizzazione di oltre 50.000 metri quadrati all’interno dell’area vincolata fin dal 1963. Anche il tuo collega Valter Catarra, sindaco di Notaresco e Presidente della Provincia di Teramo, ha promosso, il 17 gennaio 2011, una giornata di studio dedicata al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, e si è unito agli applausi quando il nome dell’illustre notareschino è risuonato più volte nella sala consiliare del Municipio di Notaresco.
Avrebbe dovuto, invece, vergognarsi per essersi sottratto all’obbligo istituzionale di firmare il decreto di nomina dell’Organo di Gestione della Riserva naturale Borsacchio, che poteva salvaguardare il Parco a Mare e tutta l’area protetta.
Dovrebbe vergognarsi anche il consigliere regionale Berardo Rabbuffo, imputato di reati che vanno dall’inquinamento alla deturpazione delle bellezze naturali, che ha minacciato “azioni eclatanti” se la Regione Abruzzo non approverà la sua proposta di legge, finalizzata a trasformare la Riserva in una specie di Orto Botanico, lasciando tutto il resto nelle mani della speculazione edilizia.
E tutte le volte che sentirà parlare del senatore Devincenzi, uno dei protagonisti della nascita e dell’infanzia di un’Italia libera e indivisibile, dovrà ben riflettere sull’orchestrata campagna mediatica a favore della Consorteria degli Affari.
Carissimo Sindaco, so bene che la storia, la cultura e l’ambiente sono argomenti indigesti ai politici, ma, durante le manifestazioni, sarebbe opportuno evidenziare il contributo del triangolo territoriale, formato dai Comuni di Montepagano, Notaresco ed Atri, che partorì tanti patrioti.
E ritengo doveroso ricordarti alcuni nomi:
Ciro Romualdi, medico e letterato, nato a Montepagano nel 1805. Tenente Comandante della Guardia Nazionale a Notaresco, nel 1848 entrò armato a Cologna, rimasta fedele al Governo Borbonico, e spiegò la bandiera tricolore gridando “Viva l’Italia, viva la Libertà, viva Carlo Alberto”. Venne processato dalla Corte Criminale di Teramo per il reato di cospirazione contro la sicurezza interna dello Stato. Riparò a Genova e tornò dall’esilio nel 1860.
Pietro Baiocchi di Atri, il 5 maggio 1860 fu l’unico abruzzese ad imbarcarsi a Quarto con i Mille garibaldini. Il 15 maggio ebbe il suo battesimo di fuoco a Calatafimi e morì il 27 maggio a Porta Termini di Palermo, nel primo giorno dell’assedio. Aveva 27 anni.
Il 30 maggio 1860, con la mediazione dell’ammiraglio inglese Mundy, Garibaldi e il generale Lanza firmarono l’armistizio. Il 6 giugno le truppe borboniche abbandonarono Palermo.
Alessandro Romualdi, figlio di Ciro, durante un viaggio incontrò sulla diligenza Giuseppe Garibaldi. Parlò con lui e quell’episodio rimase impresso nella sua mente. Nel 1860, assieme al fratello Pasquale, raggiunse Napoli via mare e, a Capua, si aggregò allo schieramento garibaldino.
Nominato Luogotenente dei Cavalleggeri, nella battaglia del Volturno trascinò le avanguardie contro le linee borboniche. Morì da eroe il 1° ottobre 1860, aveva 17 anni non ancora compiuti.
Pasquale Romualdi, ventenne, anche lui di Notaresco, combattè a fianco del fratello e, dopo la morte di Alessandro, continuò la battaglia, che si concluse, vittoriosamente, il 2 ottobre.
E come Giuseppe Devincenzi, anche loro si staranno rivoltando nelle tombe perché la Patria odierna, che abbonda di corrotti e corruttori, non è quella che avevano sognato quando si offrirono all’estremo sacrificio.
Memore del glorioso passato risorgimentale, possa la nostra amata terra generare nuovi patrioti per liberarci, democraticamente, dell’attuale classe politica in gran parte sprofondata nel fango.
Sicuramente i vari oratori parleranno del senatore Giuseppe Devincenzi, nato a Notaresco nel 1814, che operò unitamente a Silvio Spaventa, Camillo Benso conte di Cavour e Marco Minghetti. Deputato del Parlamento napoletano nel 1848, fu condannato dalla Corte Criminale a 24 anni di ferri duri e andò esule in Francia ed Inghilterra, nel 1860 accompagnò il re Vittorio Emanuele II all’incontro di Teano con Giuseppe Garibaldi, più volte Ministro del Regno d’Italia nel periodo 1867-1873, organizzò nel 1871 il trasferimento dello Stato Sabaudo da Firenze a Roma, ..................
Ci saranno scroscianti applausi e riconoscimenti verbali mentre, grazie alla tua Amministrazione, il Senatore continuerà a rivoltarsi nella tomba perché il suo stupendo Parco a Mare, ridenominato Mazzarosa, anziché diventare Monumento naturale, è stato devastato dalla Consorteria degli Affari, tuttora sotto processo per reati di abusi edilizi, falso ideologico e quant’altro.
Sei anche responsabile di aver commissionato, pur trovandoti in conflitto d’interesse, il Piano di Assetto Naturalistico che è costato alla comunità 230.000 euro. E che prevede una lottizzazione di oltre 50.000 metri quadrati all’interno dell’area vincolata fin dal 1963. Anche il tuo collega Valter Catarra, sindaco di Notaresco e Presidente della Provincia di Teramo, ha promosso, il 17 gennaio 2011, una giornata di studio dedicata al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, e si è unito agli applausi quando il nome dell’illustre notareschino è risuonato più volte nella sala consiliare del Municipio di Notaresco.
Avrebbe dovuto, invece, vergognarsi per essersi sottratto all’obbligo istituzionale di firmare il decreto di nomina dell’Organo di Gestione della Riserva naturale Borsacchio, che poteva salvaguardare il Parco a Mare e tutta l’area protetta.
Dovrebbe vergognarsi anche il consigliere regionale Berardo Rabbuffo, imputato di reati che vanno dall’inquinamento alla deturpazione delle bellezze naturali, che ha minacciato “azioni eclatanti” se la Regione Abruzzo non approverà la sua proposta di legge, finalizzata a trasformare la Riserva in una specie di Orto Botanico, lasciando tutto il resto nelle mani della speculazione edilizia.
E tutte le volte che sentirà parlare del senatore Devincenzi, uno dei protagonisti della nascita e dell’infanzia di un’Italia libera e indivisibile, dovrà ben riflettere sull’orchestrata campagna mediatica a favore della Consorteria degli Affari.
Carissimo Sindaco, so bene che la storia, la cultura e l’ambiente sono argomenti indigesti ai politici, ma, durante le manifestazioni, sarebbe opportuno evidenziare il contributo del triangolo territoriale, formato dai Comuni di Montepagano, Notaresco ed Atri, che partorì tanti patrioti.
E ritengo doveroso ricordarti alcuni nomi:
Ciro Romualdi, medico e letterato, nato a Montepagano nel 1805. Tenente Comandante della Guardia Nazionale a Notaresco, nel 1848 entrò armato a Cologna, rimasta fedele al Governo Borbonico, e spiegò la bandiera tricolore gridando “Viva l’Italia, viva la Libertà, viva Carlo Alberto”. Venne processato dalla Corte Criminale di Teramo per il reato di cospirazione contro la sicurezza interna dello Stato. Riparò a Genova e tornò dall’esilio nel 1860.
Pietro Baiocchi di Atri, il 5 maggio 1860 fu l’unico abruzzese ad imbarcarsi a Quarto con i Mille garibaldini. Il 15 maggio ebbe il suo battesimo di fuoco a Calatafimi e morì il 27 maggio a Porta Termini di Palermo, nel primo giorno dell’assedio. Aveva 27 anni.
Il 30 maggio 1860, con la mediazione dell’ammiraglio inglese Mundy, Garibaldi e il generale Lanza firmarono l’armistizio. Il 6 giugno le truppe borboniche abbandonarono Palermo.
Alessandro Romualdi, figlio di Ciro, durante un viaggio incontrò sulla diligenza Giuseppe Garibaldi. Parlò con lui e quell’episodio rimase impresso nella sua mente. Nel 1860, assieme al fratello Pasquale, raggiunse Napoli via mare e, a Capua, si aggregò allo schieramento garibaldino.
Nominato Luogotenente dei Cavalleggeri, nella battaglia del Volturno trascinò le avanguardie contro le linee borboniche. Morì da eroe il 1° ottobre 1860, aveva 17 anni non ancora compiuti.
Pasquale Romualdi, ventenne, anche lui di Notaresco, combattè a fianco del fratello e, dopo la morte di Alessandro, continuò la battaglia, che si concluse, vittoriosamente, il 2 ottobre.
E come Giuseppe Devincenzi, anche loro si staranno rivoltando nelle tombe perché la Patria odierna, che abbonda di corrotti e corruttori, non è quella che avevano sognato quando si offrirono all’estremo sacrificio.
Memore del glorioso passato risorgimentale, possa la nostra amata terra generare nuovi patrioti per liberarci, democraticamente, dell’attuale classe politica in gran parte sprofondata nel fango.
Roseto lì, 22 Febbraio 2011
Riceviamo e trasmettiamo da Franco Sbrolla
www.francosbrolla.it
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