la politica nel centro Italia

Le realtà civiche di centro in Abruzzo troveranno una politica comune, la stessa sarà seguita anche nel resto d'Italia ?

comizio in piazza della DC
Comizio in piazza
In questi giorni si respira un'aria di relativa calma, la cosiddetta "quiete prima della tempesta". In ambito Regionale la sconfitta del Presidente D'Alfonso in merito ai punti nascita non è circoscritta solo al tema della gestione del sistema sanitario con le conseguenti giustificazioni di chi non ha sottoscritto la proposta della maggioranza, bensì una prima forma di schermaglia pre-elettorale. Questo elemento potrebbe passare inosservato, soprattutto a quelle persone che sono stanche di ascoltare dei comizi sulle possibili soluzioni dei problemi quotidiani, ma per chi osserva gli eventi politici con attenzione, soprattutto in ambito regionale "potrebbe" voler dire che -"quì ci siamo anche noi e vogliamo il nostro posto al sole"- Proprio così, un pò come marcare il territorio facendo sapere che in qualche modo il peso dei propri voti è effettivamente determinante dissuadendo eventuali avversari nel tentare delle sortite poco leali nei diversi comuni di appartenenza, allo stesso modo la possibilità di dare vita a possibili alleanze tra gruppi apparentemente molto eterogenei. Nella nostra regione Abruzzo il Partito Democratico rappresenta una grande comunità elettiva, che spazia dalla Ex Democrazia Cristiana fino allo storico PCI ricomprendendo anche moltissime realtà civiche. Una domanda frequente si interroga sul quanto tempo durerà ancora questa mescolanza eterogenea di correnti, ora che il "bipolarismo" non è più la naturale evoluzione della politica Italiana. A mio avviso, la politica Italiana avrà lo stesso esito dell'acqua mescolata con l'olio, tornata la quiete tornerà tutto come prima, una similforma di Pentapartito capace di raccogliere le istanze delle principali correnti politiche. Questo perchè spesso ascoltando la maggioranza dei "politici" gli stessi si definiscono "moderati", in qualche modo assimilabili a quella fascia che va dal cattolico di destra al cattolico di sinistra ricomprendendo i socialisti e laici di ogni genere, il famoso 40% circa della popolazione. 
  • Soprattutto ci si domanda: per qualto tempo il mondo "cattolico" rimarrà separata senza una propria rappresentanza ufficiale ?
Molti definiscono la "Regione Abruzzo" un vero e proprio laboratorio di idee, in questa regione si sperimentano alleanze e coalizioni a volte impensabili, evidentemente "qualcuno" parafrasando una famoso detto "per non saper leggere ne scrivere" ha pensato bene di riaprire la sezione della famosa DC (vedi l'artitolo: Torna in Abruzzo la Democrazia cristiana). Altri dicono che sia solo una questione di posto, cioè non avendo trovato posto in altre liste si è presi in prestito un simbolo di rappresentanza dell'area politica di appartenenza in modo da potersi contare, facendo pesare la propria presenza politica in termini numerici, a questo proposito però, sorge un ragionevole dubbio : perchè non scegliere una lista civica visto che il simbolo della vecchia Democrazia Cristiana è caduta in disgrazia ? Una possibile risposta e che il periodo di purgatorio della vecchia DC sia effettivamente agli sgoccioli.
  • Cosa faranno a questo punto tutte quelle realtà di centro che sono prensenti in Abruzzo ? 
Ecco, questa è una bella domanda. Le realtà civiche in Abruzzo sono molte, prendiamone due ad esempio: "Abruzzo civico" sostenuta dall'On. Giulio Sottanelli (http://www.abruzzocivico.it/) e la corrente civica sostenuta dal Consigliere Regionale Paolo Gatti. Queste sono delle realtà politiche molto presenti sul territorio, fortemente radicate e ben organizzate di chiara matrice cattolica. Fortunatamente per l'attuale presidente Regionale D'Alfonso, ma anche e soprattutto per molti altri rappresentanti del Partito Democratico le stesse sopra citate non sono attualmente in contatto, ma provate ad immaginare cosa succederebbe se realtà civiche come queste entrassero in contatto trovando il giusto equilibrio alchemico, sarebbe a dir poco dirompente. A mio avviso prima o poi queste realtà potrebbero effettivamente trovare la giusta amalgama per tornare a dare vita ad un'area di centro che contenga al suo interno le diverse anime moderate. Che dire per trasformare la prima repubblica nella seconda ci son voluti vent'anni, per tornare indietro forse ci vorrà lo stesso tempo... :-) 

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