Consiglio del 19 Giugno 2008 - Teleco

Cassa integrazione straordinaria
In una sala gremita di cittadini tra cui molti operai della Teleco si è svolto il Consiglio Comunale del 19 giugno 2008. Erano presenti oltre al Presidente della Provincia Ernino D'Agostino, il Vice Presidente (Lavori Pubblici e Trasporti) Giulio Cesare Sottanelli, l'Ass. Regionale alle Politiche Sociali Betty Mura, anche gli Ex Parlamentari Pio Rapagnà, Nicola Crisci, Dante D’Elpidio che hanno espresso la loro solidarietà nei confronti degli operai mettendosi a disposizione per operare nei limiti del possibile attraverso il coinvolgimento delle Istituzioni a livello Regionale e Nazionale nell'intento di favorire le politiche di sostegno. Ad aprire la seduta come da regolamento il Presidente Achille Frezza, successivamente appena terminato il Sindaco Franco di Bonaventura si inserisce vantando le potenzialità dell'Azienda che ora purtroppo è in fallimento, essa è stata in passato ed ancor oggi imitata a livello internazionale per tecnologia e ricerca, spesso oggetto di “disinformazioni pilotate” da parte di alcuni, sente oggi il dovere di intervenire per evitare che si perdano le “professionalità” acquisite dall'industria e dagli operai divenuto patrimonio comune, sapendo che molte delle strutture e dei macchinari non possono neppure restare fermi a lungo per motivi tecnici. Terminato l'intervento il Presidente sospende la seduta per dare la parola ai presenti tra cui per primo parla Serafino Masci della Cisl, che lamenta il logorio della classe operaia per le lunghe trattative con l'attuale proprietà, “arroccata” sulla difesa di posizioni anomale, che ha utilizzato tutte le scorciastoie possibili al fine di giungere alla situazione attuale, accumulando ben 11 milioni di € di debiti “dopo” l'ammissione al concordato che sommati ai 44 milioni di € precedenti giungono ad una somma totale di 55 milioni. Abbiamo incontrato moltissime difficoltà ad acquisire i dati con la conseguenza di dover oggi affrontare problemi concreti in poco tempo. Ciò nonostante il mercato ha fatto la sua selezione ed oggi paradossalmente potremmo avere la possibilità con offerte concrete da parte di aziende del settore che vorrebbero affittare o persino acquistare la Teleco Cavi, quali quella ufficializzata dalla Ecotel, in tempi relativamente brevi rilanciare la produzione. La volontà del sindacato e degli operai è quella di un impegno nella direzione di soluzioni “imprenditoriali” e ci opporremo con tutte le nostre forze agli “immobiliaristi” che volessero solo speculare sulla vicenda Teleco Cavi, siamo disponibili solo alla proposta di una procedura solida, concreta e duratura mossa a sostegno di una rinascita industriale. La “cassa integrazione straordinaria” non è più disponibile perchè già utilizzata durante il “concordato”, quindi abbiamo la necessità che tutti sostengano con forza una deroga che possa dare respiro all'azienda in attesa di una soluzione.

Di seguito a prendere la parola Betty Mura (Ass. Politiche Sociali) che consapevole del fatto che 110 famiglie non hanno più reddito, rappresentano oggi un problema per tutta l'economia di una cittadina come Roseto. Cercherà di adoperarsi al meglio nell'opera di sostegno degli operai, ma suo malgrado indipendentemente dalla buona volontà delle parti in causa nutre dubbi che il Ministero possa concedere la “cassa integrazione straordinaria in deroga” mantenendone comunque aperta la speranza. A questo punto interviene Erninio D'Agostino che sottolinea la necessità ottenere la Cassa integrazione in deroga in alternativa alla mobilità in quanto gioverebbe all'azienda ed al mantenimento delle maestranze della Teleco.

Dopo i rappresentanti Istituzionali parla On. Pio Rapagnà che associa la situazione attuale alla sorte toccata in passato al gruppo Ex Monti. Esprime una posizione in accordo con quella del sindacato, definendola l'unica soluzione percorribile e da sostenere con tutte le forze. Solo attraverso una azione congiunta sia popolare che politica mossa a livello Regionale e Nazionale nel tentativo di ottenere i risultati auspicati si può sperare di ottenere una valida risposta. Questa è l'unica occasione importante per cui vale la pena combattere politicamente e socialmente, essendo oggi della politica la responsabilità del mancato raggiungimento degli obbiettivi proposti in passato, deve spronarci ad ottenere i risultati prospettati. Non possiamo accettare la “provocazione” di chi asserisce che si possano attuare delle manovre speculative edilizie intorno all'area della Teleco Cavi, giungere a dover dire che bisogna impedire di costruire in quella zona sarebbe come avvalorare la tesi di un possibile reato. E' un dovere far sapere al Procuratore la situazione rosetana, della chiusura sistematica di moltissime aziende, rendendo noto che in Provincia di Teramo sono accadute cose molto simili a queste di cui stiamo parlando, quantomeno in modo “misterioso”, problema già sollevato da me durante il mio mandato Parlamentare con una interrogazione, rimarcando la spirale che stà investendo numerosissime realtà industriali locali. Per questo la nostra azione dovrebbe essere la più incisiva possibile a tutela dell'azienda.

Parla Dante D'Elpidio, che sostiene di voler fare un intervento tecnico non politico essendo un curatore fallimentare, ritengo che questa procedura debba salvaguardare innanzitutto i posti di lavoro e poi le soluzioni dovute anche ai creditori come secondo la legge. Mi fido del Tribunale e delle soluzioni che esso intenderà prendere. Credo che ci saranno delle offerte e noi dobbiamo vigilare su un vero progetto industriale, escludendo quelle aziende che non hanno staoria e bilanci consolidati a scanso di equivoci. Dopo l'intervento di Crisci che segue la falsa riga degli altri riprende la seduta con il Capogruppo Tacchetti che legge il documento ed apre la discussione.

Parla Di Marco (AN) che precisa per dovere di cronaca che la richiesta del Consiglio Comunale sulla Teleco è frutto di un emendamento della PDL, concorda con quello che ha detto l'On. Pio Rapagnà sostenendo che a Roseto manca comunque un serio piano Industriale che rilanci l'attività produttiva nel nostro Comune. La nostra proposta è di impedire qualsiasi altra destinazione d'uso dell'area della Teleco favorendo così solo quelli che sono realmente interessati ad un vero progetto industriale. Prende la parola Norante (FI) che mette in evidenza come il Comune di Roseto degli Abruzzi soffra di un tasso di disoccupazione del 20% considerando tutta la popolazione ma che se rapportata alla “forza lavoro” giunge ad un tasso del 35% di disoccupazione a dir poco disastrosa e lontana dai dati medi nazionali. Nonostante le numerose promesse in momenti passati nulla è stato fatto non si è vigilato sulla realtà della Teleco. Manchiamo in questi casi una memoria storica. Già nel 2005 si parlava della Teleco Cavi come azienda in agonia e con l'arrivo della dirigenza giunta fino ad oggi ne è stata decretata la fine. Anch'io concordo con le valutazioni dell'On. Pio Rapagnà ed a memoria ricordo le battaglie per la tutela dei posti di lavoro. Dopo l'intervento di Norante si succedono Avolio, Rosini e Celestino Salvatore tutti concordi nell'impegno per il tentativo di salvaguardia dei posti di lavoro. A questo punto la sospensione per redigere tecnicamente la risoluzione - “Azione a sostegno dei lavoratori dell'azienda Teleco Cavi di Roseto degli Abruzzi”, che alla ripresa viene votata all'unanimità. Resta a conclusione l'amarezza di molti presenti per il continuo stillicidio delle attività produttive locali che una ad una vengono inesorabilmente a mancare, sostenendo la necessità di un concreto progetto di industrializzazione nell'intento di rilanciare il lavoro nel Teramano ed a Roseto degli Abruzzi. La seduta termina alla mezzanotte del 20 giugno 2008.


Tratto dal quotidiano "La Città"
di Raffaele Di Bonaventura

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