Enio Pavone risponde senza mezzi termini a Simone Tacchetti
Le parole del Capogruppo Simone Tacchetti e del Coordinatore del Partito Democratico di Roseto Celestino Salvatore, hanno destato una forte perplessità ed incredulità tra le opposizioni sia di destra che di sinistra. A replicare per prima alle accuse è il gruppo dei Liberal Socialisti che si dice “esterrefatto” nel leggere quanto riportato dalla stampa in merito alle dichiarazioni della segreteria del PD. -”Affermare che una delibera non è stata approvata per colpa delle minoranze - commenta Enio Pavone - significa ammettere il proprio fallimento politico ed amministrativo”-
I Liberal Socialisti ci tengono a ricordare all'Ass. Frattari che la delibera presentata per l’approvazione del piano acustico oltre ad essere arrivata in Consiglio fuori tempo massimo a stagione inoltrata è stata presentata con dei macroscopici errori materiali. Durante la seduta del 12 Luglio non furono solo i consiglieri di centrodestra a lamentare tali imprecisioni ma anche quelli di centrosinistra, nonostante tutto le indicazioni della minoranza non sono state prese in considerazione ne dal Sindaco e tantomeno dall'Assessore Frattari che hanno riaffermato in maniera perentoria la loro proposta, sostenendola così come era stata portata in Consiglio. Ma le accuse del Segretario Enio Pavone nei confronti della Giunta Di Bonaventura sono ancora più pesanti, ritenendo questa amministrazione “arroccata” sulle proprie posizioni spesso completamente sbagliate.
Per i Liberal Socialisti la situazione attuale era facilmente prevedibile e per questo questa maggioranza non è più legittimata a governare -“Non è certo colpa dei Liberal Socialisti se oggi il PD rosetano è isolato da tutti, dal centro, dalla destra e dalla sinistra e soprattutto dai cittadini rosetani - conclude Pavone - Il gruppo dirigente di questo partito deve fare ammenda dei gravi errori fatti e della arroganza politica ed amministrativa dei suoi rappresentanti. Si votano insieme le proposte concertate e studiate insieme, tutto quello che si pensa da soli va votato da soli e se non si è in grado di farlo, si ha l’obbligo morale di dimettersi”-
Comunque sia componente Socialista che ad inizio consiliatura aveva appoggiato la riconferma di Franco Di Bonaventura, a due anni dalla separazione si rivela il suo peggiore avversario politico, mettendo sotto pressione giorno per giorno un Partito Democratico che risulterebbe fortemente indebolito al suo interno, isolato dalle componenti di sinistra ed incapace di reagire lucidamente.
Pubblicato sul quotidiano La Città
di Raffaele Di Bonaventura
I Liberal Socialisti ci tengono a ricordare all'Ass. Frattari che la delibera presentata per l’approvazione del piano acustico oltre ad essere arrivata in Consiglio fuori tempo massimo a stagione inoltrata è stata presentata con dei macroscopici errori materiali. Durante la seduta del 12 Luglio non furono solo i consiglieri di centrodestra a lamentare tali imprecisioni ma anche quelli di centrosinistra, nonostante tutto le indicazioni della minoranza non sono state prese in considerazione ne dal Sindaco e tantomeno dall'Assessore Frattari che hanno riaffermato in maniera perentoria la loro proposta, sostenendola così come era stata portata in Consiglio. Ma le accuse del Segretario Enio Pavone nei confronti della Giunta Di Bonaventura sono ancora più pesanti, ritenendo questa amministrazione “arroccata” sulle proprie posizioni spesso completamente sbagliate.
Per i Liberal Socialisti la situazione attuale era facilmente prevedibile e per questo questa maggioranza non è più legittimata a governare -“Non è certo colpa dei Liberal Socialisti se oggi il PD rosetano è isolato da tutti, dal centro, dalla destra e dalla sinistra e soprattutto dai cittadini rosetani - conclude Pavone - Il gruppo dirigente di questo partito deve fare ammenda dei gravi errori fatti e della arroganza politica ed amministrativa dei suoi rappresentanti. Si votano insieme le proposte concertate e studiate insieme, tutto quello che si pensa da soli va votato da soli e se non si è in grado di farlo, si ha l’obbligo morale di dimettersi”-
Comunque sia componente Socialista che ad inizio consiliatura aveva appoggiato la riconferma di Franco Di Bonaventura, a due anni dalla separazione si rivela il suo peggiore avversario politico, mettendo sotto pressione giorno per giorno un Partito Democratico che risulterebbe fortemente indebolito al suo interno, isolato dalle componenti di sinistra ed incapace di reagire lucidamente.
Pubblicato sul quotidiano La Città
di Raffaele Di Bonaventura
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